Il destino della città di Savona sembra ormai segnato.
Il dibattito con i cittadini assente, pur in vista delle imminenti elezioni amministrative, lo testimonia.
Le consuete, quanto retrive manovre di partiti e gruppi politici, si svolgono, come da copione, nei palazzi della politica e mentre si continuano a ignorare le esigenze di cambiamento in campo economico, politico, etico e culturale, si ripercorre la vecchia politica, i vecchi accordi o disaccordi, i vecchi nomi e altrettanto vecchi e logori protagonisti.
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Cerca un accordo col Pd per condividere l’amministrazione della città, il SEL, presentato a Savona da Vendola in persona, l’uomo della svolta, appoggiato da Noi per Savona ( Italia Nostra, Consulta Savonese!!!!), e dai Verdi.
Il gruppo bussa alla porta, lancia messaggi, cerca accordi proprio con chi ha combattuto per anni, proprio con coloro che si dovrebbero mandare, finalmente, a casa.
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Mentre si può comprendere come posizioni così distanti non permettano di stipulare facili accordi, di fatto utili solo a Berruti e Di Tullio per contrastare il centro-destra e conservare la guida della città, non si capisce come abbiano potuto, paladini dell’anticemento come: Noi per Savona, Verdi e SEL(?), pensare di potere barattare le proprie convinzioni in un accordo del genere.
Ai savonesi la forza di reagire o di assuefarsi.
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