sabato 30 ottobre 2010

2010 08 31 - trucioli savonesi - savona economia - 5 progetti industriali - ma restano in abbandono i contenitori storici - le crociere soffocano il porto ==> serve un modello diverso

........finora progetti che presentano controindicazioni pesantissime sul piano ambientale, ... alcuni appaiono chiaramente obsoleti, (come nel caso della piattaforma Maersk) rispetto alle novità che la crisi finanziaria ed economica internazionale ha introdotto sulla scena............
..........il modello trasportistico – turistico è sempre risultato debole
..........è necessario un modello di sviluppo diverso
che rilanci la provincia di Savona sotto tre aspetti fondamentali:
le infrastrutture,
l' ambiente,
il rilancio industriale sul terreno dell'innovazione tecnologica.

2010 09 13 - la stampa - io a bergeggi in bilico tra porto e turismo - Claudio lascia

2009 05 01 - A Campanassa - progetto porto turistico in darsena Savona del 1993 ==> riprendiamo l'idea Savona = porto turistico?

2010 09 08 - repubblica - aree - rivoluzione in 7 mosse - via libera a Malacalza e Spinelli ===> Costa a Genova nel 2013?

2010 09 10 - il secolo - Margonara - ora il progetto va bene

2010 09 11 - il secolo - il progetto Margonara - una storia anomala

2010 09 15 - il secolo - Margonara un porticciolo enorme

2010 09 19 - IVG - Ampliamento di Tirreno Power - il parere di Paolo Forzano

2010 10 28 - MODA - Sindaci NO all'AIA (Autorizzazione Ambientale Integrata) a Tirreno Power

2010 09 18 - IVG - Tirreno Power - il PD di Quiliano Vado prende le distanze da di tullio

2010 09 16 - IVG - Tirreno Power - vertice regionale del PD - rifare i due gruppi e fonti alternative

2010 09 24 - uomini liberi - costo dell energia elettrica da varii combustibili

martedì 12 ottobre 2010

Salvaguardia e consumo del territorio

Inquinamento atmosferico.
Due parole sul passato. Savona e la sua provincia, hanno avuto una storia "inquinata". La Valbormida con l'Acna e le sue altre industrie chimiche è stata per anni il simbolo di una industrializzazione da terzo mondo. Oggi si va verso una situazione più sostenibile. Permane un interrogativo: e' stata fatta una bonifica secondo le regole del "buon padre di famiglia"? Così come fareste a casa vostra? Ma a Savona esiste una sorgente di inquinamento enorme: la centrale di Vado Ligure, il cui "raggio di azione" per l'inquinamento gassoso e particolato è di circa 60 km, e che esplica su Savona i suoi venefici effetti. Anche il mare subisce gli effetti della centrale. Savona contende il primato in Italia a località famose quali Civitavecchia, Taranto, Siracusa, Mantova. Col nuovo gruppo a carbone proposto da Tirreno Power la palma di prima città inquinata d'Italia sarebbe alla portata.

Traffico ed inquinamento da traffico.
Il tratto Albisola-Savona è da oltre 50 anni il tratto più trafficato di tutta la Liguria. Le code sono una abitudine giornaliera cui ci siamo assuefatti. Il rumore ed i gas di scarico ci assalgono quotidianamente. 

Traffico Marittimo ed inquinamento.
Anche le navi danno il loro contributo all'inquinamento: è stato valutato in circa il 6% su alcuni inquinanti. Non poco.


Consumo territorio.
La piattaforma Maersk è l'esempio di uno forte "impegno" ambientale a fronte di un traffico containers modesto e di un impatto sulle comunicazioni inaccettabile, oltrettutto con la contropartita di pochi nuovi posti di lavoro.  Strade-autostrade non sono adeguate a sostenere un ulteriore importante incremento di traffico pesante. A Voltri il progetto "Bruco" movimenterebbe 10 milioni di teu, contro i 0,7 milioni Maersk, addirittura con miglioramenti sull'impatto ambientale locale, e veicolando immediatamente i containers su ferrovia dedicata ad Alessandria. Quindi nessun impatto su strade autostrade ferrovie! 10 milioni di teu a Voltri sono 1,5 volte l'attuale traffico containers Italiano. Più che sufficiente per il futuro prossimo. Ed allora perchè sprecare territorio, quando al posto della Maersk si potrebbe realizzare eventualmente un porto turistico e cantieri per la nautica da diporto, attività più consone alla vocazione di tutte le aree circostanti del ponente ligure?

Costa Crociere.
Genova sta spostando a Voltri le linee per il nord Africa, liberando gli attracchi vicini alla stazione marittima per la funzione crociere. Sta preparando il posto a Costa Crociere? La domanda è necessaria, tanto più che a Savona i crocieristi non hanno attrattive locali, e vengono trasferiti in pulman a Genova e Serravalle per visite in giornata. 
Se Costa Crociere torna a Genova, avrebbe senso rispolverare quel progetto di 20 anni fa che prevedeva di lasciare praticamente tutto il porto di Savona ad uso turistico? Bellissimo porto turistico incastonato in una cornice urbana. Margonara serve ancora? Da ricordare che la presenza di più navi in contemporanea in porto crea delle situazioni molto gravi di intasamento del traffico a Savona ed Albisola, non accettabili perchè non c'è nessuna positiva ricaduta sul territorio. Il porto commerciale di Savona pone dei vincoli pesantissimi. Carbone, petroli, Costa

Savona città deve assumersi questi problemi anche per il territorio circostante. Come città leader non si è finora distinta. Ma è ora di farlo. Bisogna fare una politica del territorio, aria ed acqua, decisa. Bisogna migliorare molto!
Si devono fare scelte adeguate a riportare Savona al livello quantomeno di buona parte della Liguria!

mercoledì 6 ottobre 2010

L’opinione sull’ampliamento di Tirreno Power - Claudia Rossi - Technology Transfer - Università di Genova

“I cittadini di Vado Ligure e Savona stanno assistendo ormai da tempo ad un conflitto che vede contrapposta la fazione a favore dell’ampliamento della centrale di Tirreno Power e la fazione di tutti quelli che non si sono ancora stancati di difendere la salute dei cittadini ed il proprio territorio. Molta parte di coloro che stanno assistendo a questo scontro ritengo però che non sia messa nella condizione di decidere perché gli interlocutori del caso non hanno ancora chiarito le alternative possibili. Un messaggio esplicito arriva invece da chi è a favore dell’ampliamento: i combustibili fossili sono una fonte di energia irrinunciabile. Le centrali elettriche a carbone al contrario vanno chiuse, ora e per sempre, sta già succedendo nel mondo: che si inizi anche in Italia”.
Vorrei quindi portare all’attenzione dei lettori quanto dice Jeremy Rifkin, un economista, attivista e saggista statunitense che ha fatto del tema pacifista ed ambientalista l’oggetto di molti dei suoi lavori. Rifkin descrive l’Italia come un grande giacimento open air di energie: l”Arabia Saudita delle energie rinnovabili”, dal solare, all’eolico, al geotermico. 
Ed il nostro paese potrebbe essere l’apripista per una nuova rivoluzione industriale, la Terza Rivoluzione Industriale, quella sostenuta non più dalle energie derivanti dai combustibili fossili del XIX e XX secolo, ma dallo sfruttamento e la distribuzione delle energie rinnovabili del XXI secolo. Rifkin ha contribuito a sviluppare il progetto della Terza Rivoluzione Industriale per l’UE, realizzando un piano di sviluppo basato su 5 pilastri fondamentali. La base per una transizione verso un’era di energia rinnovabile e di economia all’idrogeno è stata istituita dall’Unione europea nel corso di un seduta del Consiglio europeo a Bruxelles, presieduto dal Cancelliere Angela Merkel, già nell’anno 2006.

Il primo pilastro vede l’UE impegnata a trasformare il 20% delle energie in rinnovabili entro il 2020 ed ogni Stato membro deve raggiungere questo risultato entro dieci anni. 

Il secondo pilastro prevede che tutti gli edifici esistenti debbano essere convertiti in centrali energetiche che raccolgono l’energia che arriva dall’esterno: il sole, il vento, il calore del sottosuolo. 

Il terzo pilastro vede protagonista il metodo di raccolta dell’energia prodotta, impegnando tutta la UE all’uso dell’idrogeno per stoccare le energie rinnovabili. Dato che il sole non sempre splende, e il vento non sempre soffia, l’idrogeno come mezzo di stoccaggio permette di raccogliere queste energie e usarle per l’elettricità quando effettivamente servono.
A proposito di idrogeno, in Puglia, Rifkin, insieme al ministero dell’Ambiente, alla Regione Puglia e all’Università dell’idrogeno, ha fatto nascere nel 2008 un progetto triennale del costo di 5 milioni di euro per la costruzione di distributori di idrogeno, metano e idrometano. L’idrogeno viene ottenuto da fonti rinnovabili in loco e renderà attivo un servizio taxi in tutta la regione basato sull’idrogeno, celle a combustibile e motori elettrici.
Il quarto pilastro vedrà costruire con le stesse identiche tecnologie sia in Italia che in Europa una rete di distribuzione con milioni di persone che producono la propria energia, energia “verde”, nelle proprie case, uffici ed edifici in genere. Tale energia verrà immagazzinata con l’idrogeno e l’energia che non verrà usata, potrà essere condivisa attraverso una rete di distribuzione intelligente.
Il quinto ed ultimo pilastro sarà dedicato ai veicoli a motore: i primi veicoli elettrici sono comparsi quest’anno, i primi ad idrogeno saranno disponibili nei prossimi due anni. E le persone saranno in grado di attaccare o staccare dalla rete intelligente le proprie auto, camion, autobus per poi connetterli alla rete di distribuzione del Paese per prelevare elettricità oppure restituirla alla rete. 

Questo progetto ci proietta nel futuro, un futuro ecosostenibile e ci illustra in modo chiaro e realizzabile come possiamo voltare pagina. Sarebbe importante per la nostra comunità cogliere l’opportunità di dire no all’ampliamento di Tirreno Power perché un mondo nuovo è ancora possibile, sfruttando opportunità che ancora non si conoscono abbastanza, ma che da sole sono in grado di trasportarci in una nuova epoca industriale nel rispetto del pianeta.
Claudia Rossi